Compassi d’oro: di tutto, di più

La ventisettesima edizione del Premio si orienta verso la sostenibilità responsabile, evidenziando un panorama variegato difficile da definire.

MILANO. Michele De Lucchi, insignito del prestigioso Compasso d’oro alla carriera, afferma, rivolto al numeroso pubblico, ricevendo il premio in un caldissimo tardo pomeriggio di giugno: “Il design è così aperto… che spero che nessuno lo definisca mai!

Così, senza definizione, con un Museo inaugurato giusto un anno e un mese fa e già diventato parte del patrimonio culturale nazionale ed internazionale nonché – per la prima volta – palcoscenico del Premio, l’ADI, Associazione per il disegno industriale, per il tramite di una titolata giuria e grazie a un complesso iter di selezione che ha visto coinvolte commissioni a più livelli per due anni, è giunta ad assegnare 20 Compassi d’oro ad altrettanti prodotti, 25 menzioni d’onore, 3 premi Targa giovani (9 attestati), 9 Compassi d’oro alla carriera, 3 premi Compasso d’oro alla carriera internazionali, 3 Compassi d’oro alla carriera per prodotti ancora in produzione, ma che, all’epoca del loro debutto, non erano stati insigniti del riconoscimento.

C’è da chiedersi che cosa sarebbe successo se avessimo avuto una definizione…

Ma a parte i pensieri da “fantadesign” – la battuta di De Lucchi gareggia con quelle di altri due Compassi d’oro alla carriera: Antonio Citterio che avrebbe preferito la Targa giovani e Giovanni Anceschi che tautologicamente afferma di essere troppo emozionato per fare riflessioni e, quindi, dichiara di essere troppo emozionato – questa tornata di Compassi mette effettivamente in risalto la difficoltà di una definizione o, meglio, il tentativo di trovare un orientamento, una direzione nel variegato mondo pandemico/belligerante/energia dipendente nel quale ci troviamo a vivere (e sudare, nell’occasione specifica).

https://ilgiornaledellarchitettura.com/2022/06/22/compassi-doro-a-milano-un-presente-che-e-gia-passato/