L’architettura “brucia ancora” per Wolf D. Prix.

La videointervista di ARTSCAPES

…”Incidere il proprio segno sulla pelle del mondo, sapendolo profondo, necessita di una buona dose di un misto tra incoscienza e sapienza.

I nostri architetti, che vivono in un mondo ipercostruito, dalle dense relazioni sociali che su di esso sono nate, sono le persone che più spesso ragionano su questi aspetti, sono parte delle loro considerazioni quotidiane.”…

Fondando – con Helmut Swiczinsky – Coop Himmelb(l)au alla fine degli anni ’60, Prix non poteva che far scivolare nei decenni a seguire la sua personale interpretazione delle tensioni di quel periodo dirompente. Fissata da subito una programmatica carica innovativa come carattere precipuo della sua ricerca architettonica, non vi rinuncerà mai, codificando nel frattempo un alfabeto espressivo che lo ha collocato tra gli esponenti più rilevanti del Decostruttivismo europeo. Gli anni ’80 vedranno i primi riconoscimenti di livello internazionale e, da quel momento, l’affermarsi dello studio su scala mondiale.

Una carica utopica mai sopita, che di giorno in giorno trova nelle crescenti opportunità date dalle tecnologie – costruttive e di analisi, oltre che di quelle dei materiali – spinte ulteriori.

 

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